Per cercare di capire quale potrebbe essere un buon momento per aprire posizioni su un asset si può ricorrere all’analisi ciclica.
Il team di The Sigma Squared ha verificato la presenza di ciclicità nei movimenti di prezzo del Bitcoin al fine di realizzare una previsione futura su di esso.
Vi presentiamo gratuitamente i risultati della nostra ricerca.
COS’E’ L’ANALISI CICLICA
Quando si parla di analisi tecnica, ci si trova davanti allo studio di 3 principali variabili:
- Prezzo
- Tempo
- Volume
L’analista tecnico è quello che crede che tutta l’informazione possibile e necessaria sia contenuta all’interno della variabile prezzo; sulla base di questa idea si sviluppa la ricerca di ripetizioni (pattern) o bias che possano essere sfruttati per una visione frequentista del futuro.
L’analista ciclico, invece, crede che sia il tempo la variabile determinante, e che il prezzo del titolo abbia quindi un andamento ciclico, riassumibile in leggi che potremmo definire “fisiche”.
Non a caso un gran numero di esponenti di questa materia, a partire dal suo padre fondatore John Hurst, fino agli attuali esponenti Italiani come Eugenio Sartorelli, provengono da una formazione accademica di tipo ingegneristico.
L’analisi ciclica crede che il prezzo oscilli con relativa costanza rispondendo a modelli complessi riconducibili a parametrizzazioni sinosuidali.
Per fare un esempio, si pensi ad un titolo che abbia un ragionevole ciclo annuale (per ragioni di bilancio), un ciclo semestrale (ipotizziamo per ragioni di mercato), un ciclo trimestrale (sempre riconducibile al bilancio) ed un ciclo mensile determinato da altre ragioni.
Tralasciando il discorso dell’ampiezza e del fasamento (che non tratteremo in questa sede), potremmo sintetizzare l’andamento del prezzo come rappresentato nel Grafico 01.
Il grafico mostra i vari cicli che abbiamo ipotizzato (linee tratteggiate) e la sua sommatoria (linea verde continua) che approssima l’andamento del titolo azionario che abbiamo supposto essere ciclico.
Per renderlo ancora più vicino alla realtà, si potrebbe pensare anche ad una componente di trend, ascendente ad esempio, così da ottenere l’approssimazione illustrata nel Grafico 02.
Abbiamo quindi provato a verificare la presenza di un andamento ciclico nel prezzo del Bitcoin attraverso gli occhi di un analista ciclico.
I CICLI DEL BITCOIN
Per verificare la presenza di cicli all’interno dei movimenti di prezzo del Bitcoin abbiamo applicato le istruzioni dell’analisi ciclica: innanzitutto abbiamo preso come riferimento i minimi principali ed abbiamo verificato la presenza di eventuali ripetizioni.
Il timeframe considerato è daily, si considerano quindi cicli di durate non inferiori ai 10 giorni.
Prendendo in considerazione il periodo che va dal 15 Dicembre 2018 al 04 Dicembre 2021 abbiamo individuato 24 cicli della durata media di 63 giorni con una deviazione standard relativamente bassa, di 7 giorni (Tabella n°01).
I cicli che ci sono parsi più semplici da notare sembrano quindi avere una durata bimensile; il Grafico 03 mostra i 3 cicli più recenti.
Abbiamo mostrato appositamente questa parte come esempio per far notare che non è sempre perfettamente ripetuta la costanza ciclica: nell’ultimo caso, infatti, il ciclo è durato 74 giorni (il più lungo della serie).
Questo a specificare che la ciclicità è da considerarsi con una certa tolleranza che possiamo quantificare attraverso la sua deviazione standard.
Abbiamo inoltre notato una caratteristica frequente spesso riportata nella letteratura dell’analisi ciclica: la struttura ad “M” cioè la formazione di un minimo importante al centro del ciclo (Grafico 04).
Questa ricorrenza è utile al fine di una modellazione più complessa che non tratteremo in questa ricerca, ma lo facciamo presente come appunto per eventuali approfondimenti futuri.
IL CYCLE INDICATOR DI MIGLIORINO
Per verificare l’ipotesi dei cicli bimensili possiamo provare ad applicare l’indicatore dei cicli di Giuseppe Migliorino, il maggior esponente dell’analisi ciclica Italiana.
L’indicatore non è altro che un differenziale tra due medie mobili opportunamente calibrate sui cicli dello strumento che si sta andando a verificare.
Data l’evidenza della presenza di cicli della durata di circa 64 giorni, possiamo provare a costruire l’indicatore seguendo i seguenti passi:
- Calcolare la media mobile a 64 periodi sul prezzo di chiusura giornaliero (media lenta);
- Calcolare la media mobile a 32 periodi (la metà della precedente) sul prezzo di chiusura giornaliero (media veloce);
- Traslare indietro nel tempo entrambe le medie di T/2, quindi di 32 periodi la prima e di 16 periodi la seconda;
- Nel momento in cui i dati delle medie mobili vengono traslati indietro, mancheranno gli ultimi T/2 periodi; ipotizzare quindi che il prezzo rimanga fermo per tutti i successivi periodi e stimare la parte mancante delle medie, mediando i dati con l’ultimo prezzo noto, ipotizzato costante nel tempo;
- Calcolare il differenziale tra media mobile veloce (32) e media mobile lenta (64);
Mostriamo il risultato dell’operazione nel Grafico 05.
Andando a verificare la corrispondenza tra i minimi realizzati dal prezzo del Bitcoin con quelli dell’oscillatore, possiamo notare in generale una buona approssimazione.
Nel Grafico abbiamo evidenziato una parte anomala, dove l’indicatore ciclico ha fallito (linee rosse tratteggiate).
Inoltre, sempre in rosso, abbiamo messo in evidenza la parte finale dell’oscillatore, risultante dalla stima appena descritta.
L’indicazione che potremmo trarre da questa prima analisi, è quella che siamo in un periodo discendente del ciclo, che però potrebbe essere vicino alla fine.
Possiamo approfondire il problema andando a verificare la velocità di questo indicatore; lo possiamo fare applicando un Momentum (cioè il differenziale tra un valore dell’indicatore ed il corrispettivo in un periodo precedente) in modo da cogliere l’inerzia con cui si sta muovendo.
L’indicatore deve essere opportunamente tarato su base ciclica che nel nostro caso potrebbe essere T/2 della media mobile più corta, quindi 16 periodi.
Il Grafico 06 ne mostra il risultato.
Generalmente questo indicatore si utilizza andando a vedere il momento in cui interseca il suo asse dello zero.
A parte un caso, si può dire che l’oscillatore scandisca abbastanza bene i cicli del BTC.
Se crediamo a questa visione, allora dovremmo pensare che siamo nella parte bassa del ciclo, in direzione dell’asse dello zero, e quindi in prossimità della ricerca di un nuovo massimo ciclico.
Attenzione a tenere ben presente che i cicli sono orientati su un trend: questo significa che l’oscillatore ci presenta una situazione detrendizzata (priva di trend) che va valutata bene su una visione d’insieme.
Si noti infatti che un ciclo potrebbe essere anche al ribasso, e quindi partire da un minimo generato a livelli di prezzo più alti di quelli del successivo minimo; questo significa che il prossimo massimo di ciclo si potrebbe comunque verificare ad un livello di prezzo più basso (o poco più alto) dell’attuale.
IL FORECAST CYCLE INDICATOR
Il problema più grande che hanno gli ingegneri dell’analisi ciclica è come stimare i dati mancanti delle medie anticipate.
Abbiamo infatti visto come esse riescano ad identificare molto bene i cicli (come è ovvio che sia) ma come parallelamente finiscano per mostrare il passato, a T/2 periodi indietro, dove “T” è il parametro ciclico scelto.
Nel nostro caso, individuando un ciclo di 64 giorni, riscontriamo che la media mobile anticipata si limiterà a mostrarci il movimento ciclico fino a 32 giorni precedenti (Grafico 07).
In sostanza è come se arrivassimo con 32 giorni di ritardo sul prossimo movimento di mercato.
Migliorino aveva dato una sua soluzione, cioè utilizzare l’ultimo dato costante per la stima (come precedentemente mostrato nel grafico 5); questa soluzione è molto semplice, ma poco realistica.
Noi abbiamo provato a realizzare qualcosa di diverso in modo da capire se c’è coincidenza nella previsione: invece di ipotizzare un prezzo costante, crediamo sia più realistico pensare che il prezzo continuerà nella direzione del suo trend di breve periodo.
Sulla base di questa ipotesi abbiamo quindi creato un Cycle Indicator simile a quello di Migliorino, che sfutta il differenziale di due medie mobili, ma che vengono calcolate con metà dati reali e metà dati stimati dedotti da una regressione lineare dinamica in linea con il trend corrente.
Senza stare a spiegare i vari tecnicismi (eventualmente potete contattarci se siete interessati), vi mostriamo il risultato nel Grafico 08.
Come si può notare l’oscillatore identifica abbastanza bene i minimi ciclici e ci fornisce anche una previsione di quello che sta succedendo adesso: a differenza del precedente, questo oscillatore non solo ci sta dicendo che siamo in una fase di debolezza del mercato (sotto allo zero), ma ci sta dicendo anche che questa debolezza è in fase di recupero ed il minimo ciclico sembrerebbe essere già stato raggiunto.
CONCLUSIONI
Premettendo che:
- l’analisi ciclica dovrebbe essere fatta con un approccio top-down, cioè partendo dal ciclo più grande (annuale o bi-annuale ammettendo che esista), per poi scendere nel dettaglio dei cicli minori;
- per poter credere a questi risultati occorre assumere che il tempo sia la principale variale causa-effetto nella formazione del prezzo;
- l’analisi qui presentata è una semplice indagine preliminare, di conseguenza tutte le deduzioni o ipotesi formulate, non sono supportate da robustezza statistica, né sono state backtestate in nessun modo;
l’analisi ciclica sul Bitcoin qui condotta, sembrerebbe mostrarci l’esistenza di un ciclo bimensile; inoltre, sembrerebbe che il BTC sia da poco entrato in un nuovo ciclo avendo appena concluso un minimo di chiusura.
Ammettendo che questa ipotesi sia corretta e che l’analisi ciclica sia una buona rappresentazione dell’andamento del prezzo del Bitcoin, dovremmo vedere il prossimo minimo di chiusura ciclo intorno agli inizi di Febbraio.