Molti analisti concordano sul fatto che il soft landing sia una narrativa abbastanza lontana dalla realtà: ai livelli attuali dei tassi d’interesse, con un’inflazione ancora alta ed una potenziale crisi del settore bancario, il 2023 sta mettendo in campo tutto ciò che serve per un nuovo rally al ribasso.
In quest’ottica, abbiamo aggiornato ed approfondito l’analisi settoriale di gennaio, così da capire quali potrebbero essere i settori più performanti.
LA PRECEDENTE ANALISI
Il 03 gennaio 2023 abbiamo pubblicato un articolo intitolato “Ciclo economico e cicli di settore 2023” in cui mostravamo una tecnica utile a comprendere quali settori stanno sottoperformando e quali stiano sovraperformando il mercato; unendo questo metodo a varie altre metriche abbiamo definito il posizionamento di ogni settore all’interno del ciclo economico in modo da ipotizzare quali potessero essere i più performanti (Grafico 01).
A distanza di qualche mese abbiamo deciso di approfondire la ricerca per verificare se le performance settoriali continuino a mostrare il posizionamento precedentemente visto all’interno del ciclo economico.
CICLICITA’ SETTORIALE DEL MERCATO STATUNITENSE (AGGIORNAMENTO)
Questo articolo si allaccia all’analisi precedente quindi non torneremo a spiegare come sia realizzato il metodo di determinazione delle performance settoriali, ricorderemo però che si tratta di portafogli di proxy equiponderati che puntano a capire le performance medie sviluppate dei vari settori all’interno del ciclo economico.
Per iniziare, quindi, riporteremo i risultati dell’aggiornamento puro della precedente analisi: il Grafico 02 mostra le extra performance dei vari settori dall’inizio del bear market del 2022.
Rispetto a gennaio 2022, non si possono apprezzare grandi differenze, infatti, tolta la volatilità, la situazione rimane pressoché la stessa.
Il Grafico 03 mostra il posizionamento aggiornato di ogni singolo settore, che ricordiamo essere un astrattismo dato che teoricamente esiste una sola posizione del mercato.
UN APPROCCIO DIFFERENTE PER L’ANALISI SETTORIALE
Per realizzare una sorta di sanity check, in questo articolo abbiamo aggiunto un approccio differente: come prima cosa abbiamo riprodotto l’andamento teorico delle performance di ogni singolo settore attraverso il ciclo economico (Grafico 04) e lo abbiamo confrontato con le performance attuali, ponendo lo zero di ogni settore al livello teoricamente corretto ed azzerando tutto all’inizio del bear market (Grafico 05).
Considerando il rialzo dei tassi della Fed la fase più probabile in cui ci troviamo è quella di Slowdown (nonostante l’economia americana non abbia ancora davvero rallentato); in tal caso, facendo riferimento al Grafico 04, per esempio, dovremmo trovarci le curve del settore tecnologico e delle Utilities piatte, Basic Material in calo e Consumer Defensive in aumento.
In effetti, il trend dei vari settori segue abbastanza bene le aspettative.
AGGIUSTAMENTO PER VOLATILITA’
In seguito, per avere una rappresentazione grafica più intuitiva e riuscire quindi a confrontare meglio l’andamento dei vari settori, possiamo manipolare i dati delle performance rimodulandoli sulla base della volatilità: nel Grafico 06 mostriamo lo scostamento dalla performance media di mercato di portafogli equipesati caratteristici dei vari settori statunitensi, scalati per la varianza di quello meno volatile.
Ponendo il punto zero all’inizio del Bear market, possiamo notare un chiaro cambio di direzione verso fine settembre 2022 dove spicca in particolar modo il settore “Basic Material” (in rosa), tipicamente crescente in fase di recovery.
Il trend, però, è decisamente generalizzato e non si può notare una chiara rotazione settoriale dato il movimento sincronizzato dei diversi settori.
Ampliando il timeframe, partendo ad esempio da un anno prima, riusciamo a scorgere meglio l’effetto che ha avuto il bear market sui vari settori, facendo crollare quello delle comunicazioni da una parte e facendo esplodere quello dell’energia dall’altra (Grafico 07).
Come già anticipato nella precedente analisi, non ci concentreremo sui settori energia e salute a causa degli eventi anomali a cui sono stati sottoposti (crisi energetica e pandemia).
Nelle fasi di recessioni il tecnologico e l’immobiliare sono i settori che subiscono maggiori pressioni e questo, al momento, è avvenuto solo in parte (linea blu e marrone).
Al contrario, il settore delle comunicazioni sembra aver anticipato tutti gli altri avendo toccato quello che apparentemente sembra il suo minimo, con una forte sottoperformance.
CONCLUSIONI
L’aggiornamento realizzato con il nostro modello per l’analisi settoriale non presenta sostanziali differenze rispetto agli ultimi risultati, salvo fatto di mettere in dubbio il timing, facendoci sospettare di essere più avanti nel ciclo rispetto a quanto immaginato: un’eventuale crisi sistemica a livello interbancario potrebbe anticipare l’arrivo della recessione e così spostare in avanti nel ciclo le performance di settore.
Questa conclusione deriva dal fatto che il settore Basic Material sta sovraperformando, caratteristica tipica della fase di Recovery.
Al momento, se l’analisi è riuscita a collocare adeguatamente i vari settori all’interno del ciclo e se stiamo andando davvero verso una recessione, allora, i settori difensivi sembrano essere ancora quelli con le migliori prospettive.
Il settore tecnologico non è ancora sceso al punto da far pensare ad una sottovalutazione in termini relativi e quindi potenzialmente ancora a rischio.