Il crollo delle banche italiane del 2022

Perché le banche Italiane stanno crollando? Cosa spinge i prezzi azionari così in basso?

Indice

Nel 2020 la pandemia, poi l’invasione dell’Ucraina di inizio anno ed infine la stretta monetaria della BCE: tre eventi che hanno messo a dura prova le banche italiane.

Solo l’ex governatore della BCE è riuscito a portare un pò di serenità alle quotazioni, ma ora l’effetto Draghi sta svanendo e le previsioni economiche si stanno guastando.

In questo articolo vi spiegheremo cosa sta succedendo alle quotazioni delle banche Italiane.

LA SPIRALE DEL DEBITO

La BCE è costretta ad intervenire sull’inflazione e rallentare l’acquisto di titoli.

Ma l’acquisto di titoli regge le banche italiane, tiene a freno lo spread e ci permette di pagare meno interessi. Con l’inflazione fuori controllo lo spread non è più la priorità ed eccoci proiettati in un mercato meno drogato, più limpido, dove regnano le regole della competitività e dove l’Italia si trova a giocare una partita contro la Germania ad armi pari.

Senza l’acquisto di titoli da parte della BCE viene a mancare una parte importante della domanda mentre l’offerta rimane la stessa: per vendere la stessa quantità di debito, il governo Italiano deve rendere il suo prodotto (titoli di stato) più allettante e quindi è obbligato ad aumentare i tassi d’interesse. Ma non solo: dovendosi confrontare anche con i Bund tedeschi dovrà offrire un premio per il rischio ancora maggiore, lo spread appunto.

Essendo a denominatore, a tassi più alti corrispondono prezzi più bassi, cosicchè i titoli già emessi cominciano a deprezzarsi e quindi il valore nominale delle obbligazioni presenti sul mercato diminuisce. Ma una buona parte di debito pubblico è detenuta dalle stesse banche italiane e così abbiamo un effetto di riduzione dei valori a bilancio che porta inevitabilmente al crollo dei prezzi azionari delle nostre banche (Grafico 01).

Grafico 01: Rendimenti di mercato delle principali banche Italiane 100=01/01/2019

Il prossimo step potrebbe essere il declassamento da parte delle società di rating a causa del peggioramento della situazione finanziaria ed economica italiana, che farebbe sprofondare ancora di più i titoli italiani, azzerando il lavoro fatto fino ad oggi dal presidente Draghi.

C’è anche un altro problema, quello delle obbligazioni bancarie: le banche si finanziano emettendo debito obbligazionario, cioè si fanno prestare denaro in cambio del pagamento di un tasso d’interesse. Questo tasso è un costo che sta aumentando proprio a causa della stretta monetaria e dell’innalzamento dello spread, riducendo così i margini di profitto.

Sommati insieme questi fattori potrebbero diventare un problema per la sostenibilità delle banche italiane costringendo così la BCE ad affrontare il “problema inflazione” in modo “morbido”: mentre la FED può permettersi di alzare i tassi a step di +0.5% alla volta, la Lagarde annuncia un aumento di solo 0.25% a Luglio, comunicandolo con largo anticipo ai mercati, ma arrivando con grande ritardo rispetto alle decisioni di Powell.

Il problema di decisioni morbide è che difficilmente sono in grado di convincere gli operatori; questo significa che le aspettative sull’inflazione potrebbero mantenere un trend positivo facendo scontare ai mercati scenari inflativi.

POST SCRIPTUM

Speriamo che le argomentazioni trattate possano coinvolgere i lettori al fine di sviluppare approfondimenti interessanti. Eventuali idee saranno prese in considerazione ed eventualmente sviluppate. Il team di The Sigma Squared fa ricerca e pubblica i risultati in modo gratuito. Approfittatene.
NOTA: Ricordiamo che il presente articolo non è un consiglio di investimento. L’autore NON è un consulente finanziario. Il vostro capitale è a rischio.

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Kris Vandelli

Laureato in Economia e Finanza, investo da oltre 10 anni; la mia passione per la statistica mi ha portato ad approcciare i mercati in termini prevalentemente matematici.

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