In seguito all’interesse scaturito tra il nostro pubblico riguardo al precedente articolo “Rilevare le bolle speculative: il Tech Bubble Indicator” abbiamo deciso di approfondire l’argomento, migliorando l’indicatore in uso e testandolo su singoli titoli azionari.
Questa analisi ci ha portato alla realizzazione di un oscillatore gemello ma inverso, che possa essere adatto al rilevamento di potenziali punti d’ingresso per posizioni long.
Presentiamo gratuitamente i risultati della nostra ricerca in questo articolo.
TECH BUBBLE INDICATOR: IL PUNTO FINORA
Il 20 Luglio 2021, nell’articolo “Rilevare le bolle speculative: il Tech Bubble Indicator” abbiamo presentato un oscillatore che avesse l’obiettivo di rilevare eventuali eccessi di crescita del Nasdaq, interpretabili come potenziali bolle speculative.
Il nostro indicatore ha messo in evidenza un livello di prezzi di mercato che potremmo definire “critico”, mettendo in luce un eccesso di crescita dell’ultimo periodo del Nasdaq.
Riassumendo, il Tech Bubble Indicator è composto da:
- 50% Score di rischiosità di crollo del livello di rendimento attuale in base al posizionamento all’interno della distribuzione dei rendimenti settimanali;
- 50% diviso in progressione per importanza da:
A) Probabilità di crescita;
B) Premio per costanza di crescita;
C) Premio di accelerazione (una sorta di “Momentum”);
IL TECH BUBBLE INDICATOR 2.0
Un nostro lettore ci ha domandato se il Bubble Indicator fosse stato testato su singoli titoli azionari.
Premesso che l’oscillatore è nato per rilevare bolle specificamente tecnologiche e sarebbe dunque idoneo ad analizzare solo il Nasdaq, abbiamo comunque ritenuto interessante approfondire la questione.
Premettiamo che, al fine di adattare l’oscillatore all’utilizzo su singoli titoli si è reso necessario realizzare una configurazione che ha dato luce alla versione 2.0: più complessa, più fine nella qualità del segnale ma concettualmente identica all’originale.
Il Grafico 01 mostra il comportamento storico della nuova versione applicato al Nasdaq Composite.
I punti bianchi sono i livelli oltre al 80%; quello rosso rappresenta l’unico punto in cui è stato raggiunto un livello superiore a 0.9 (durante la bolla delle Dot-com).
I punti rilevati dalla nuova versione sono gli stessi della precedente con l’aggiunta del punto a quota 1983 che prima rimaneva sotto al 80%.
Vediamo ora come si comporta applicandolo a singoli titoli: il Grafico 02 mostra il risultato ottenuto su Microsoft (MSFT).
L’unico segnale superiore a 0.8 viene rilevato a fine anni ’80 prima di quella che potremmo definire una correzione.
Andando a vedere invece i picchi della media mobile a 12 periodi dell’oscillatore (curva verde) possiamo vedere come l’oscillatore anticipi le correzioni di mercato abbastanza bene (a parte l’ultimo periodo in cui il titolo ha continuato a salire).
C’è però da fare un paio di osservazioni a riguardo:
- A differenza del Nasdaq, Microsoft ha 3 trend di lungo periodo ben definiti: un primo fortemente rialzista, poi un laterale al centro ed infine un terzo nuovamente rialzista;
- Inoltre, Microsoft ha cicli bear decisamente meno intensi del Nasdaq;
Essendo un oscillatore statico che considera tutto lo storico a disposizione, variazioni di trend di lungo periodo possono generare mal funzionamenti.
Vediamo anche altri esempi: nel Grafico 03 mostriamo l’oscillatore applicato a Coca Cola (KO).
I segnali superiori a 0.8 non precedono forti crolli. I picchi della media dell’oscillatore non sempre rilevano possibili correzzioni del mercato.
Sembrerebbe quindi che un trend di lungo periodo non costante incida negativamente. Se applichiamo l’oscillatore allo stesso titolo escludendo la prima fase Bull (fino al 1998), otterremmo i risultati mostrati nel Grafico 04.
In questo caso l’oscillatore assume tutt’altro aspetto, diventando più rapido nel segnale, evitando quindi di dover aspettare la media; si può inoltre notare come sia spesso in grado di anticipare le inversioni.
Il Nasdaq non presenta questo problema perché ha un unico trend dominante di lungo periodo; cosa non sempre vera nei titoli singoli.
Per adattarlo a questo genere di problema, potremmo pensare di rendendolo dinamico.
IL REVERSE INDEX
Per rendere pienamente operativo l’indicatore abbiamo quindi deciso di renderlo dinamico, con una finestra di rolling di circa 3 anni.
Si noti che, considerare una finestra dinamica di soli 3 anni, renderà l’oscillatore prociclico, cioè sarà relativizzato al ciclo di medio-termine del titolo (o trend, nel nostro caso).
Dato però che su un singolo titolo azionario potrebbe essere più interessante cogliere un minimo piuttosto che un massimo, così da valutare un possibile punto d’ingresso per una posizione long, abbiamo deciso di invertire la struttura del Tech Bubble Indicator trasformandolo nel Reverse Index.
Il Reverse Index è un indice di inversione azionario, che ha l’obiettivo di rilevare possibili punti d’ingresso in singoli titoli azionari.
Come per il precedente, esso è composto da uno score di 4 elementi ponderati in ordine di importanza:
- PROBABILITA’ DI INVERSIONE: basata sulla distribuzione dei rendimenti
- TREND MEDIO: basato sull’analisi di due medie mobili, una di breve ed una di lungo periodo;
- PREMIO DI DECRESCITA: un elemento che verifica il prolungarsi della decrescita;
- PREMIO DI ACCELERAZIONE: misura l’intensità di decrescita (una sorta di “Momentum”);
Di fatto è un semplice algoritmo di trading dinamico riassunto all’interno di un unico oscillatore.
Il Grafico 05 mostra il risultato ottenuto con Meta (Facebook – FB).
In questo caso rileva due crolli importanti, nel 2018 e poi per la pandemia. È interessante notare che, se considerassimo il punto d’ingresso per un possibile buy laddove l’oscillatore incrocia la sua media mobile a 12 periodi subito dopo i segnali di eccesso (sia maggiori di 0.7 che di 0.8 – > pallini bianchi e rossi nel grafico) avremmo potuto anticipare due investimenti long-term decisamente redditizi.
Ancora più interessante è il risultato ottenuto su Activision Blizzard (ATVI), Grafico 06.
L’indicatore ha appena realizzato un picco di 0.86 quindi, nell’ipotesi che in futuro si comporti allo stesso modo, dovremmo pensare che, a breve, potrebbe generarsi un segnale d’acquisto.
Il Grafico 07 mostra i risultati ottenuti applicando l’oscillatore su Samsung (005930.KS)
Questo particolare caso mette in evidenza la potenza del segnale: i segnali sopra al valore di 0.8 sono molto più informativi rispetto a quelli di 0.7 che, pur dando buoni punti di’ingresso, si rivelano più rischiosi.
E’ interessante notare che in questo caso siamo in prossimità di un livello di Reverse dato che l’oscillatore ha appena intersecato la sua media mobile.
CONCLUSIONI
In risposta alla domanda del nostro lettore, in cui ci veniva chiesto se il Tech Bubble Indicator fosse efficiente anche su singoli titoli, dobbiamo dare risposta negativa.
Il problema deriva dalla staticità dell’oscillatore, caratteristica fondamentale per rilevare le bolle, ma problematica se applicata a singole azioni.
Per venire incontro a questo problema abbiamo creato un indice di inversione azionario, il Reverse Index: ad una prima analisi, questo indice dinamico prociclico, sembrerebbe in grado di segnalare buoni punti d’ingresso per posizioni long di lungo periodo.
Si tenga presente che l’analisi qui proposta è a soli fini di ricerca e non può essere in nessun modo utilizzata ai fini d’investimento: non c’è nessuna ragione di credere che i risultati osservati nel passato possano essere rappresentativi per il futuro.