Investire con l’inflazione

L’inflazione sta crescendo in tutto l’occidente; quali sono i titoli che si comportano meglio in questi periodi?
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Indice

L’inflazione è un problema per i nostri risparmi perché erode inesorabilmente il valore reale del denaro.

Un’inflazione bassa ma positiva ha effetti benevoli sulla società; ai livelli attuali però, diventa un problema.

Per questo ci siamo chiesti quali siano i titoli capaci di trarre vantaggio da questo contesto, realizzando una ricerca che ne possa descrivere l’applicazione.

Presentiamo gratuitamente i risultati in questo articolo.

L’INFLAZIONE

L’inflazione è un aumento generalizzato dei prezzi che porta all’erosione del potere d’acquisto; si misura attraverso l’Indice dei Prezzi al consumo, in Inglese “Consumer Price Index” (CPI) che non è altro che una media ponderata di un paniere di beni e servizi caratteristici di una determinata popolazione, in un dato periodo di tempo.

Questo tipo di misurazione racchiude alcune insidie infatti, essendo una media ponderata, ci si deve porre il problema di:

  • Definire quali beni e servizi inserire nel paniere;
  • Decidere come ponderarli (pesi);

La scelta di questi due parametri viene fatta attraverso l’osservazione dei prodotti e servizi venduti dalle aziende alle famiglie, in che quantità e a che prezzo; ma non tutte le famiglie consuma allo stesso modo e le differenze aumentano anche in base alla fascia di reddito; normalmente, per cercare di mediare il problema, si prende come riferimento una famiglia media urbana.

Si realizza così una stima del paniere medio caratteristico di consumo.

Una volta decisi gli elementi da inserire occorre ponderarli, cioè attribuirgli un peso in proporzione alla spesa totale: se una famiglia spende in media 10% del proprio reddito in carburante, questo valore potrebbe essere utilizzato per la ponderazione.

Questo paniere avrà un costo complessivo il cui aumento è rappresentativo dall’inflazione.

Un altro problema è rappresentato dal fatto che la società umana è in continua evoluzione e nel momento della rilevazione (mensile) si sta facendo riferimento ad un paniere non più del tutto rappresentativo, sottostimando il valore inflazionistico reale. Questa sottostima generalmente è nell’ordine dello 0.5%; questo significa che quando sentiamo parlare di inflazione dovremmo aggiungere circa +0.5% al valore dichiarato.

Avere un’inflazione bassa ma positiva (che per FED e BCE parliamo di un valore target del +2% annuo) ha molti vantaggi, tra cui, i più importanti sono rappresentati da:

  • Stimola gli investimenti: se sono consapevole che domani un’abitazione mi costerà meno (inflazione negativa o deflazione), tenderò ad aspettare ad acquistarla, bloccando l’economia; ma se so che domani costerà di più allora sarò incentivato a fare l’investimento prima possibile;
  • Indirizza la forza lavoro verso i settori più produttivi: un’azienda improduttiva tenderà a non aumentare i salari perché godrà di bassi margini; ma nel frattempo l’inflazione abbasserà il potere d’acquisto del denaro, riducendo in termini reali gli stipendi; questo spingerà i lavoratori a cercarsi imprese in grado di concedere salari maggiori che saranno proprio quelle più produttive;

Quindi, il ruolo delle banche centrali è concentrato sul controllo dell’inflazione; nello specifico, il loro ruolo è assicurarsi di farla crescere in modo moderato ma inesorabile (Grafico 01).

Grafico 01: CPI “Consumer Price Index” degli Stati Uniti; 1982-1984=100

In Europa, prima dell’arrivo della Pandemia, abbiamo visto il problema inverso, quello di un’inflazione fin troppo bassa, quasi “deflazione”, che la BCE ha cercato di contrastare con numerosi stimoli monetari; la pandemia ha sconvolto la situazione obbligando i governi a stimolare l’economia con politiche fiscali espansive che unite alle politiche monetarie già ultra espansive hanno portato all’innalzamento dell’inflazione (Grafico 02). 

Grafico 02: CPI “Consumer Price Index” degli Stati Uniti a confronto con quello Europeo; 1996/01/01 = 100

La domanda che ci poniamo ora è: in cosa possiamo investire per sfruttare il rialzo dell’inflazione?

INVESTIRE CON INFLAZIONE

La domanda che ci si pone ultimamente è “come sfruttare l’improvvisa crescita dell’inflazione”, cioè quali sono quei titoli che ottengono delle performance migliori con il suo aumento.

Se analizziamo la variazione mensile del CPI degli Stati Uniti possiamo notare che l’inflazione mensile oscilla di molto; considerando però la sua media mobile a 12 periodi (media annuale), si può osservare la tendenza positiva di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente (Grafico 03).

Grafico 03: Variazione percentuale mensile del CPI “Consumer Price Index” degli Stati Uniti a confronto con la sua media mobile a 12 periodi.

Questo significa che in linea di massima ha più senso investire sempre in inflazione, piuttosto che investire solo nei momenti di accelerazione che comunque potrebbero essere difficilmente prevedibili, o lo potrebbero essere con poco anticipo.

Su questa idea abbiamo sviluppato una strategia che investe solo sui titoli altamente correlati all’inflazione, con aggiustamento mensile.

La correlazione è osservata in “lag-1” cioè tenendo in considerazione il ritardo del rilevamento del dato inflazionistico con il rendimento azionario; inoltre è dinamica, nel senso che utilizziamo una finestra rolling su 100 osservazioni mensili.
In linea di massima, la strategia consiste nei seguenti passaggi:

  • Seleziono i titoli con correlazione >0.35 in lag-1 del CPI Usa;
  • Creo un portafoglio equiponderato con i titoli selezionati in cui investo dal mese successivo e fino a quando la correlazione rimarrà >0.35;

Quello che si ottiene è una equity line decisamente sovraperformante (Grafico 04).

Grafico 04: Equity line di una strategia di investimento che investe su titoli correlati all’inflazione confrontata all’indice S&P500 (rendimenti mensili cumulati – NON indicizzati); 30/04/1999 = 100%

CONCLUSIONI

Alla domanda “su cosa investire con l’inflazione” abbiamo valutato che potrebbe essere più conveniente investire sempre in inflazione dato che il suo trend è in continua ed inesorabile crescita.

Per farlo abbiamo costruito una semplice strategia che investe in tutti i titoli che hanno una correlazione maggiore di 0.35 con il CPI USA.

La strategia ottiene un ottimo rendimento, sovraperformando anche l’ S&P500.

Ovviamente questo è sul piano teorico; nella pratica sarebbe necessario anche verificare il numero di titoli e di conseguenza le commissioni bancarie.

Ma rimane comunque un potenziale spunto operativo.

POST SCRIPTUM

Speriamo che le argomentazioni trattate possano coinvolgere i lettori al fine di sviluppare approfondimenti interessanti. Eventuali idee saranno prese in considerazione ed eventualmente sviluppate. Il team di The Sigma Squared fa ricerca e pubblica i risultati in modo gratuito. Approfittatene.
NOTA: Ricordiamo che il presente articolo non è un consiglio di investimento. L’autore NON è un consulente finanziario. Il vostro capitale è a rischio.

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Kris Vandelli

Laureato in Economia e Finanza, investo da oltre 10 anni; la mia passione per la statistica mi ha portato ad approcciare i mercati in termini prevalentemente matematici.

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