Migliori mesi per investire in borsa

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Decine di studi ci bombardano con informazioni riguardo la stagionalità dei rendimenti. Ma esistono davvero mesi migliori per investire in borsa?
rendimento medio S&P500

Indice





LA STORIA SI RIPETE ?

Attraverso testate giornalistiche di carattere economico-finanziario o tramite grafici da prima pagina sui social, ciclicamente, possiamo osservare studi che mirano ad evidenziare la stagionalità del mondo degli investimenti.

Qual è il mese dell’anno più redditizio, quello in cui dobbiamo per forza essere sul mercato? E quale invece quello assolutamente da evitare?

Ma soprattutto, c’è evidenza statistica capace di dare un sostegno scientifico a questi studi basati semplicemente sull’osservazione dei dati passati?

COMPLICAZIONI DELLA SERIE STORICA PASSATA

L’analisi del rendimenti mensili del passato presenta un problema di trade-off tra la significatività statistica dei dati e la possibilità di paragonare un risultato del passato ad uno futuro.

L’affidabilità di un test statistico aumenta all’aumentare della numerosità del campione osservato ma, se consideriamo uno studio che rileva i rendimenti mensili, per avere un campione consistente dovremmo andare molto indietro nel tempo. Andare più indietro nel passato, però, implica di considerare rendimenti di mesi generati in situazioni geopolitiche e macroeconomiche totalmente differenti da quelle attuali; per intenderci, pensiamo solo alla situazione geopolitica dell’Agosto 1990 rispetto a quella attuale.

Una logica di interpretazione plausibile, potrebbe essere quella di attribuire un peso diverso (crescente) ai dati man mano che ci si avvicina a quello più attuale.

Ad ogni modo, per una prima analisi, abbiamo deciso di considerare i dati dei rendimenti mensili dal 1990 di alcuni dei principali indici di mercato quali S&P 500 e CAC40.

RENDIMENTI STORICI DEL S&P 500

Prendendo i valori di chiusura mensili e calcolando i rendimenti passati, quello che otteniamo per S&P 500, come espressione del mercato Statunitensi (riassunto nei grafici 01 e 02), è un rendimento medio negativo per mesi come Febbraio, Giugno, Agosto e Settembre, mentre positivo per gli altri. Il rendimento più alto è ottenuto su Aprile con un valore medio di +2.03%. Novembre, Ottobre e Dicembre sembrerebbero essere altrettanto buoni per gli investimenti, con rendimenti medi superiori al 1%.

I valori totali dei rendimenti rispecchiano i valori medi, con Aprile che performa con un +60,85%.

La deviazione standard riscontrata nei vari mesi varia da un minimo di 3.52% ad un massimo di 5.32%. Nello specifico, Aprile presenta una deviazione standard tra le minime, pari a 3.79%.

Rendimento medio S&P500
Grafico 01: Rendimento Medio per mese del S&P 500 dal 1990 al 2020 (media aritmetica semplice)
rendimento totale S&P500
Grafico 02: Rendimento Totale per mese del S&P 500 (dal 1990 al 2020) (somma algebrica)

In dettaglio, nel grafico 03 e 04 possiamo osservare l’andamento nel tempo dei rendimenti mensili; in questo caso possiamo notare come le trendline si sviluppino intorno allo zero e siano tendenzialmente piatte.

rendimento giugno S&P500
Grafico 03: Rendimenti del mese di Giugno del S&P 500 dal 1990 al 2020
rendimenti agosto S&P500
Grafico 04: Rendimenti del mese di Agosto del S&P 500 dal 1990 al 2020

Al contrario, mesi come Aprile e Novembre presentano trendline più distaccate dallo zero, con una disposizione della nuvola di punti più concentrata nel quadrante positivo (grafici 05 – 06)

rendimento aprile S&P500
Grafico 05: Rendimenti del mese di Aprile del S&P 500 dal 1990 al 2020
rendimento novembre S&P500
Grafico 06: Rendimenti del mese di Novembre del S&P 500 dal 1990 al 2020

RENDIMENTI STORICI DEL CAC40

In modo leggermente diverso invece si presenta il CAC40, indice di riferimento per i mercati Europei (grafici 07 – 08).

I mesi estivi da Maggio a Settembre (luglio escluso), ottengono performance medie negative, con Settembre come peggiore segnando un -2,02% medio ed un totale di -60%.

A recuperare un gap del genere c’è Ottobre, che si colloca quasi di conseguenza come mese nettamente positivo per gli investimenti, con una media di +1.78% ed un totale di +53%; non è però il migliore, infatti Aprile risulta essere anche in questo caso il top performance con una media di +2.29%

Da notare una struttura apparentemente più ciclica.

Si noti inoltre che Agosto e Settembre erano tra i mesi peggiori anche per S&P 500; a tal riguardo occorre precisare che la correlazione dei dati di queste due serie storiche (S&P 500 e CAC40) raggiunge un valore di 0.74, quindi molto alto. Nonostante ciò, però, le configurazioni dei rendimenti presentano due strutture sufficientemente diverse tali da meritare analisi separate (si pensi solo che Febbraio per S&P 500 è un mese con rendimento negativo, contro invece quello del CAC40 che al contrario presenta valori decisamente positivi).

Un’ulteriore precisazione da fare è che se si togliesse dal calcolo il dato di febbraio e marzo 2020, allora avremmo valori di rendimenti positivi in Febbraio anche per S&P500 ottenendo le strutture dei due indici particolarmente simili.

rendimento medio per mese CAC40
Grafico 07: Rendimento Medio per mese del CAC40 dal 1990 al 2020 (media aritmetica semplice)
rendimento totale per mese CAC40
Grafico 08: Rendimento Totale per mese del CAC40 (dal 1990 al 2020) (somma algebrica)

In dettaglio, nel grafico 09 – 10, vengono messe a confronto le nuvole di punti del mese migliore (Aprile) e peggiore (Settembre).

rendimento aprile cac40
Grafico 09: Rendimenti del mese di Aprile del CAC40 dal 1990 al 2020
rendimento settembre CAC40
Grafico 10: Rendimenti del mese di Settembre del CAC40 dal 1990 al 2020

Aprile del CAC40 mostra una dinamica molto simile a quella del S&P 500 con una nuvola di punti che si dispone nel quadrante positivo e trendline piuttosto piatta.

Al contrario invece la trendline del mese peggiore, Settembre, ha una dinamica che pare punti ad un’evoluzione, difficile quindi da generalizzare come mese negativo.

RENDIMENTI MENSILI STATISTICAMENTE SIGNIFICATIVI

Per dare valenza statistica a queste prime osservazioni, abbiamo calcolato gli intervalli di confidenza per i valori medi sulla base del numero di osservazioni considerate. Il livello di confidenza utilizzato è 95%, che significa che il valore medio riscontrato sarà contenuto all’interno dell’intervallo in 95 casi su 100; in altre parole, esiste una probabilità del 5% di ottenere valori medi esterni da quelli indicati dall’intervallo.

Avendo una numerosità non alta di osservazioni, abbiamo ipotizzato una distribuzione campionaria t-student con n-1 gradi di libertà. I risultati sono riportati di seguito:

 

mese

media

Intervallo di confidenza

gennaio

0,48%

-1,04%

2,01%

febbraio

-0,07%

-1,74%

1,61%

marzo

0,71%

-0,98%

2,40%

aprile 

2,03%

0,61%

3,44%

maggio

0,62%

-0,70%

1,93%

giugno

-0,16%

-1,49%

1,17%

luglio

1,10%

-0,30%

2,51%

agosto

-0,65%

-2,34%

1,03%

settembre

-0,39%

-2,19%

1,40%

ottobre

1,24%

-0,75%

3,23%

novembre

1,51%

0,00%

3,03%

dicembre

1,28%

-0,07%

2,63%

In rosso sono stati evidenziati i valori negativi ed in verde quelli positivi.

Si noti che in soli due casi l’intervallo non comprende lo zero (con una piccola forzatura su Novembre che inizia l’intervallo proprio dal punto zero), e questo significa che i valori riscontrati sono statisticamente diversi da zero solo sui mesi di Aprile e Novembre; meglio ancora, potremmo affermare che quei due mesi hanno una forte probabilità di ottenere rendimenti positivi in media.

Ovviamente un campione con una numerosità maggiore ci consentirebbe di avere intervalli di confidenza più ristretti e quindi una maggiore precisione ma, allo stesso tempo potrebbe distorcere i risultati a causa della scarsa rappresentatività dei dati precedenti al 1990.

Per quanto riguarda il CAC40, invece, allo stesso livello di confidenza, perdiamo la significatività su Novembre, mentre Aprile anche in questo caso si presenta come miglior mese per ottenere rendimenti positivi.

Si noti che abbassando il livello di confidenza al 88% potremmo riottenere significatività anche su Novembre con un nuovo intervallo tra +0.08% / +3.47%).

 

mese

media

Intervallo di confidenza

gennaio

0,64%

-1,46%

2,74%

febbraio

0,85%

-1,32%

3,03%

marzo

0,53%

-1,51%

2,56%

aprile 

2,29%

0,57%

4,02%

maggio

-0,78%

-2,14%

0,58%

giugno

-1,08%

-3,04%

0,88%

luglio

0,54%

-1,54%

2,63%

agosto

-1,00%

-3,01%

1,02%

settembre

-2,02%

-4,68%

0,65%

ottobre

1,78%

-0,45%

4,01%

novembre

0,73%

-0,91%

2,36%

dicembre

1,15%

-0,51%

2,81%

JANUARY EFFECT

Il più conosciuto tra gli effetti stagionali è il January Effect che è anche quello con una base logica più credibile: la chiusura dei bilanci. In realtà quello che rileviamo negli ultimi anni sembrerebbe aver trasformato questo effetto in un qualcosa di ormai passato: il grafico 11 mostra i rilevamenti dei rendimenti di Gennaio del S&P 500 con una trendline che tende a sovrapporsi allo zero.

Nonostante la media positiva di 0.88%, l’intervallo di confidenza comprende lo zero in modo abbastanza deciso (-1.04% / + 2.01%) e quindi la rilevanza statistica non ci consente di affermare che Gennaio sia un buon mese per investire.

rendimento gennaio S&P500
Grafico 11: Rendimenti del mese di Gennaio del S&P 500 dal 1990 al 2020

I MIGLIORI MESI PER OTTENERE RENDIMENTI POSITIVI

La nostra analisi (che meriterebbe sicuramente approfondimenti) ci porta a concludere che, nonostante una prima occhiata ai rendimenti medi e totali potrebbe portarci a pensare che ci siano molti mesi che assicurano buoni rendimenti, in realtà, l’unica rilevanza statistica con un livello di significatività alto che abbiamo riscontrato è su Aprile e Novembre sia sui mercati Americani che Europei (tenendo conto della forzatura su Novembre per il mercato Europeo con significatività appena inferiore al 90%).

Aprile e Novembre sono i mesi per ottenere rendimenti mediamente positivi, mesi che vengono subito dopo all’uscita dei risultati del primo e del terzo trimestre. Ad oggi, sembrerebbe che i momenti migliori per ottenere rendimenti positivi siano i mesi che rispondono ai risultati trimestrali del primo e terzo quarto.

Questo dimostra che spesso, i risultati mostrati dai grafici di molte testate giornalistico-finanziarie sono tendenzialmente fuorvianti, e gli investitori che non spendono tempo ad approfondire le informazioni che traggono da essi, potrebbero essere portati a farsi piani di investimento sulla base di fondamenti privi di evidenza statistica.

POST SCRIPTUM

Speriamo che le argomentazioni trattate possano coinvolgere i lettori al fine di sviluppare approfondimenti interessanti. Eventuali idee saranno prese in considerazione ed eventualmente sviluppate. Il team di The Sigma Squared fa ricerca e pubblica i risultati in modo gratuito. Approfittatene.
NOTA: Ricordiamo che il presente articolo non è un consiglio di investimento. L’autore NON è un consulente finanziario. Il vostro capitale è a rischio.

Kris Vandelli

Kris Vandelli

Laureato in Economia e Finanza, investo da oltre 10 anni; la mia passione per la statistica mi ha portato ad approcciare i mercati in termini prevalentemente matematici.

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