L’attuale rally presente sul mercato azionario americano sta portando molti a pensare di essere ormai fuori pericolo, di aver superato il bottom di mercato e di poter entrare con posizioni di lungo periodo.
nessuno però riesce a trovare una sola traccia concreta della reale fine di questo Bear market.
In questa indagine di stampo statistico, abbiamo provato ad analizzare la situazione attuale del Nasdaq al fine di capire se siamo in balia di una bulltrap.
IL PUNTO FINORA
L’attuale indagine da seguito a quella realizzata il 6 aprile 2021 “2021: una nuova bolla speculativa?” che puntava a comprendere se fossimo all’interno di una bolla speculativa e quando questa sarebbe potuta esaurirsi.
In seguito, è stata aggiornata il 14 Dicembre del 2022 con l’articolo intitolato “Nasdaq: cicli, previsioni e bolle speculative” che, al contrario, puntava a capire quando il Bear Market sarebbe finito.
Quest’ultima analisi concludeva evidenziando la presenza di indizi a favore della realizzazione di nuovi minimi nel 2023.
A distanza di 4 mesi approfondiamo l’analisi per verificare se sia (o meno) cambiato qualcosa.
NASDAQ: CICLI REALI DI MERCATO
In questa sede inseriremo un approfondimento che analizza i cicli del Nasdaq in termini reali, quindi corretti per l’inflazione statunitense.
Come nella precedente analisi, minimi e massimi di mercati sono definiti in seguito all’attraversamento della media a 200 periodi su osservazioni weekly.
Il Grafico 01 mostra le distanze temporali in termini di numero di settimane tra un massimo ed un altro e le performance in fase bull e bear di mercato.
Ad oggi, il Bear market ha raggiunto un minimo del -40% e la domanda che ci facciamo è se questo possa essere il minimo assoluto di questo ciclo.
Riproponiamo le statistiche già calcolate in precedenza, ma in termini reali, tra cui i rendimenti medi settimanali di ogni ciclo Bull (Grafico 02) e quelli di ogni ciclo Bear (Grafico 03).
Rispetto alla precedente indagine, si può osservare una volatilità maggiore nei risultati, soprattutto in fase rialzista, risultato che non ci aiuta a formulare ipotesi concrete ma che ci da un’idea della dimensione dell’attuale ciclo.
Un’idea forse più concreta è data dalla trendline dinamica ottenuta in forma y = a x^b sui rendimenti cumulati reali (Grafico 04).
La Trendline ha funzionato molto bene in passato sia da supporto sia da resistenza.
Non è però scritto da nessuna parte che il Nasdaq debba arrivare nuovamente a quel livello prima di ripartire con un nuovo ciclo, ma diciamo che la probabilità che succeda è forse più alta rispetto al contrario.
BOLLE SPECULATIVE A CONFRONTO
Per capire se l’attuale rally possa essere la fine del ciclo o sono una correzione al suo interno, dobbiamo approcciare il problema anche su altri fronti, ad esempio possiamo confrontare direttamente l’attuale discesa di mercato con quella creata durante i primi anni 2000 (Grafico 05).
Durante la Bolla tecnologica di inizio millennio, la durata del Bear Market è stata di 134 settimane contro le attuali 73, con un rendimento medio di -0.56% a settimana contro l’attuale -0.34%.
La Magnitudo generata dalle tecnologiche nel 2000, però, è superiore a quella attuale e quindi è legittimo pensare anche ad una correzione meno violenta.
Il Grafico 06 mostra i pattern a confronto, sicuramente diversi nella forma, ma soprattutto nella dimensione: se il Bear market finisse così, avrebbe una magnitudo decisamente piccola rispetto ai suoi predecessori.
Per definire numericamente “piccolo” o “grande” possiamo considerare il rapporto tra rendimento totale del Bear Market rispetto al proprio Bull Market, cioè la correzione che ne è seguita da ogni rally del Nasdaq.
Il Grafico 07 mostra questo valore calcolato per ogni ciclo.
Il rapporto (valore percentuale in grigio) mostra una normale condizione a doppia cifra tra il 24% fino al 70% che in un solo caso è stata decisamente bassa, proprio durante la bolla delle Dot-com, con un valore pari al 7%.
Quindi, più è ampio il rally, più piccolo è questo valore.
Nell’attuale ciclo, considerando l’ultimo minimo, il valore del ciclo sarebbe di 4.7%, il più basso mai registrato; dovremmo quindi dedurne che l’attuale rally sia più ampio della bolla di inizio millennio, cosa però non vera.
In conclusione, quest’ultimo, sembrerebbe un valore anomalo.
Inoltre, mettendo a confronto le ultime tre bolle, notiamo inoltre che, storicamente, dall’attraversamento della media a 200 periodi, si è generato un ulteriore crollo in media del 50% (Grafico 08).
Nel caso in cui dovessimo pensare ad una continuazione del Bear market, questo dettaglio (già mostrato in precedenza) proietterebbe potenzialmente l’indice tecnologico a quota 6200.
FEDERAL EFFECTIVE RATE
Un altro indizio (già visto nella precedente analisi) arriva dall’indagine sul pivot dei tassi della Fed che sappiamo guidare i cicli di mercato (Grafico 09).
Il Pivot della Fed, nelle due precedenti bolle speculative, ha funzionato da leading indicator, cioè da anticipazione per una recessione e quindi una riduzione dei listini azionari.
Il mercato sconta un altro o, al massimo, altri due rialzi dei tassi e poi un cambio di rotta della Fed, quindi un pivot che tende ad avvicinarsi.
CONCLUSIONI
Con la premessa che ciò che è successo in passato non è rappresentazione del futuro, diciamo che sulla base della ciclicità dell’economia è però lecito pensare che anche i mercati lo siano e se pur non si sviluppino nello stesso modo rispetto al passato, presentino comunque un certo “ritmo”, similitudini che a volte possono aiutarci a formulare possibili scenari futuri.
Con questa consapevolezza, possiamo dire che gli indizi mostrati in questa indagine sono a favore dell’idea che l’attuale rally di mercato possa essere una bulltrap, cioè una correzione al rialzo dell’attuale Bear Market.
Dato il timeframe considerato, l’idea che ci possiamo fare è che la continuazione del Bear market possa avvenire verso fine anno.