Strategie di investimento basate sul VIX

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Il VIX è l’indice della paura e si alimenta dei momenti di panico del mercato. Come può essere usato all’interno di un portafoglio?

Indice

Nelle giornate di mercato più cupe, l’unica luce verde che compare nelle liste degli indici è proprio quella del VIX. Questo indice è l’unico appiglio a cui potersi aggrappare in momenti di panico. Il team di The Sigma Squared ha analizzato la possibilità di usarlo per coprire il proprio portafoglio in momenti di declino; nell’articolo riporteremo inoltre le tecniche ed i risultati di alcune strategie back-testate che lo sfruttano come segnale d’investimento.

CBOE VOLATILITY INDEX (VIX) 

Il Chicago Board Options Exchange (CBOE) Volatility Index (più semplicemente “VIX”) è un indice che misura in tempo reale la volatilità implicita delle opzioni (Call e Put) sull’indice S&P 500.

La volatilità implicita è la principale determinante del prezzo delle opzioni: più alta è e più grande sarà il premio da pagare per l’acquisto di un’opzione, che non è altro che uno strumento finanziario derivato che pattuisce l’acquisto futuro (30 giorni in questo caso) di un sottostante (S&P 500 per il VIX) ad un prezzo concordato oggi tra due controparti.

Senza entrare troppo in dettaglio, al fine della nostra analisi si basti sapere che:

  • il VIX può assumere un valore da 0 a 100 dove zero significa che non è presente volatilità (quindi di fatto le ipotetiche opzioni sul S&P 500 non avrebbero valore) e 100 è il valore massimo, teoricamente irraggiungibile;
  • Il VIX è chiamato anche “indice della paura” perché un suo aumento implica una maggiore volatilità che a sua volta comporta un rischio atteso più alto. Un maggiore rischio è traducibile come instabilità dei mercati e questo è spesso associato a ribassi; il VIX però potrebbe aumentare anche per una maggiore volatilità al rialzo, influenzata da una particolare fase euforica. Non è quindi così scontato che un suo aumento sia direttamente proporzionale ad un crollo del mercato;
  • essendo basato su strumenti che regolamentano prezzi futuri, di fatto è un indicatore di aspettative e quindi non dovrebbe essere direttamente collegabile alle fluttuazioni di prezzo del presente; quello che succede nella realtà, però, è proprio il contrario: il suo livello è costantemente monitorato al fine di cercare di prevedere eventuali movimenti futuri del mercato avendo conseguenti effetti diretti sul presente.

Il Grafico 01 mostra la distribuzione di valori giornalieri (in chiusura) assunti dall’indice negli ultimi 10 anni.

Grafico 01: Distribuzione dei valori dell’indice  VIX (dati dal 05/10/2011 al 22/03/2021; daily – close)

Il grafico mostra la maggior concentrazione di valori nel range 15-25, con una tendenza in decrescita per valori più alti, fino a circa 50. Il valore massimo rilevato si colloca nel range 85-90.

Si consideri che i dati analizzati sono riferiti al valore di chiusura: non sono state considerate le oscillazioni all’interno delle giornate di contrattazione che potrebbero aver raggiunto valori di minimo o di massimo diversi.

Riportiamo nel Grafico 02 la “funzione di ripartizione”, cioè la probabilità cumulata in funzione del valore che il VIX può assumere.

Grafico 02: Funzione di ripartizione del VIX (dati dal 05/10/2011 al 22/03/2021 ; daily – close)

Possiamo notare che la probabilità manifestata negli ultimi 10 anni di un valore di chiusura del VIX superiore a 35 è del 5%. Capovolgendo il concetto, possiamo dire che nel 95% dei casi il VIX non ha mai ecceduto il limite di 35.

Sorge quindi spontaneo chiedersi “ma cos’è successo in quel 5% dei casi?”

VIX E CROLLI DI MERCATO

Per comprendere meglio il tipo di segnale che può fornirci il VIX, possiamo osservare il Grafico 03 in cui vengono evidenziati i momenti in cui l’indice ha assunto valori maggiori di 35 e le corrispettive oscillazioni di mercato (del S&P 500).

Grafico 3: Confronto tra S&P500 (scala di sinistra) e VIX (scala di destra); periodo:  05/10/2011 al 22/03/2021 ; daily – close)

Sembrerebbe che ad ogni infrangimento del limite di 35 corrisponda un crollo importante di mercato.

Ma il problema è capire se questo sia un segnale anticipatore (e quindi un buon “alert” sfruttabile per un eventuale intervento sul proprio portafoglio) o tardivo, pertanto frutto di semplici conseguenze.

La Tabella 01 riporta l’elenco delle giornate evidenziate nel grafico con i relativi valori del VIX (colonna 2) ed il giorno successivo al segnale. Si noti che non sono state riportate tutte le giornate in cui il VIX ha chiuso sopra a soglia 35, ma solo il primo giorno di ogni periodo in cui questo è successo.

Le colonne 3 e 4 riportano le variazioni percentuali giornaliere dei due indici nei giorni di riferimento.

Le colonne da 5 a 8 riportano la somma dei rendimenti giornalieri delle successive giornate, partendo da un giorno dopo, poi 3, 5 e 10 giorni dopo il segnale.

Tabella 01: rendimenti giornalieri del S&P 500 in corrispondenza del segnale dato dal VIX > 35

La tabella mette in luce alcuni importanti dettagli:

  • Il VIX è tendenzialmente un indicatore di riferimento per crolli di mercato, infatti, in un solo caso il mercato è salito lo stesso giorno in cui si è verificato un livello di VIX maggiore di 35;
  • Il segnale di anticipo del crollo di mercato, però, è di brevissimo termine o, per meglio dire, “anticipatore” in fase daily; infatti, andando a verificare i rendimenti dei giorni successivi prodotti dal mercato osserviamo valori positivi sia in media che in somma; solo in un caso, quello in cui si considera il totale dei successivi 10 giorni di apertura, sono stati riscontrati valori negativi.

STRATEGIA DI INVESTIMENTO O DI COPERTURA?

Fino a questo punto, l’analisi ci ha portato a dedurre che un’ipotetica strategia che sfrutta il VIX per coprire posizioni long sul S&P 500 da eventuali crolli di mercato, se pensata su segnale di chiusura di giornata con VIX > 35, sarebbe assolutamente fallimentare perché risulterebbe tardiva.

Vediamo ora cosa succede considerando altri livelli del VIX: la Tabella 02 riporta gli stessi risultati visti nella 01 ma a diversi limiti, riportando anche alcune statistiche.

Questa volta, però, considereremo tutti i segnali, cioè ogni singola giornata in cui il VIX ha chiuso sopra al limite di riferimento (non solo l’inizio di periodo com’è stato fatto nella precedente analisi).

Tabella 02: Rendimenti giornalieri del S&P 500 successivi al segnale VIX a differenti livelli.

Quello che si può notare è che (a parte il livello 50 che ha una debole tendenza di performance negativa nel giorno successivo) per ogni livello infranto di VIX, il rendimento dei seguenti giorni è stato profittevole in 5 diversi archi temporali.

I numeri più interessanti emergono comunque dal limite 35: se consideriamo i successivi 20 giorni di investimento sul S&P 500 post-segnale, in 9 casi su 10 abbiamo avuto rendimenti positivi; la media riscontrata è del 5% e cumulata arriva al 48%. 

Più che da copertura sembrerebbe quindi che il VIX sia da utilizzare come segnale d’investimento.

Il Grafico 04 riporta i risultati in termini di rendimento cumulato di un’ipotetica strategia basata proprio su questa osservazione e applicata agli ultimi 20 anni.

Essa simulerà l’assunzione di posizioni long sul S&P 500 partendo dal giorno dopo in cui il VIX ha chiuso la giornata sopra al limite di 35; questo significa che le posizioni saranno aperte il giorno dopo al segnale e rimarranno tali per i successivi 20 giorni.

Grafico 4: Strategia d’investimento sul S&P500 basata sul segnale del VIX > 35

Come già detto, la strategia fallisce solo una volta e succede durante l’inizio della pandemia del 2020 in cui lascia circa un 10% del 18% cumulato fino a quel momento. Perdita recuperata subito dopo con gli interessi, raggiungendo un picco di quasi +50% con 200 giorni totali di investimento (circa 10 mesi).

Parliamo quindi di una performance che presenta una media del +0.25% giornaliera contro quella di periodo del S&P 500 pari a +0.08%; un rendimento 3 volte superiore alla media.

Si noti che questa è una semplice strategia d’investimento a titolo dimostrativo e in realtà si potrebbe ottimizzare ottenendo performance superiori.

Anche in questo articolo, vogliamo sottolineare che gli eventi passati non sono certezza per il futuro; questo significa che l’efficacia futura di questo segnale è assolutamente incerta e rischiosa.

Lo dimostra il fatto che in 9 anni ci sono stati solo 4 segnali mentre i restanti 6 si sono concentrati nell’ultimo, che sappiamo bene essere caratterizzato dalla pandemia.

Un numero tale di osservazioni, non rappresenta sicuramente una statistica affidabile.

CONCLUSIONI

Essendo un segnale rappresentativo dell’ “incertezza” degli investitori, abbiamo iniziato la ricerca con l’aspettativa di poterlo utilizzare come strumento di copertura di portafoglio.

Al contrario, però, abbiamo dimostrato che il VIX, non solo è un segnale tardivo (considerando valori di chiusura daily), ma anche un buon segnale d’investimento: negli ultimi 10 anni, investendo 200 giorni sul S&P 500 al segnale di VIX maggiore di 35, sarebbe stato possibile ottenere un rendimento giornaliero 3 volte superiore alla media.

Seguiranno approfondimenti in successivi articoli in cui verranno rese note strategie d’investimento più strutturate che utilizzano proprio questo indice.

POST SCRIPTUM

Speriamo che le argomentazioni trattate possano coinvolgere i lettori al fine di sviluppare approfondimenti interessanti. Eventuali idee saranno prese in considerazione ed eventualmente sviluppate. Il team di The Sigma Squared fa ricerca e pubblica i risultati in modo gratuito. Approfittatene.
NOTA: Ricordiamo che il presente articolo non è un consiglio di investimento. L’autore NON è un consulente finanziario. Il vostro capitale è a rischio.

Kris Vandelli

Kris Vandelli

Laureato in Economia e Finanza, investo da oltre 10 anni; la mia passione per la statistica mi ha portato ad approcciare i mercati in termini prevalentemente matematici.

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