Il Nasdaq 100 è uno tra gli indici più scambiati al mondo.
Molti “daily trader”, cioè operatori che prediligono operazioni che si concludono entro la giornata, scambiano frequentemente questo indice americano che, ad oggi, risulta essere tra i più conosciuti.
In questo articolo, pubblicato in esclusiva sul nostro sito, mostriamo tutto quello che un trader dovrebbe sapere prima di negoziare il Nasdaq 100; presentiamo i risultati della nostra ricerca in termini semplici, ma senza snaturare il nostro solito approccio scientifico.
IL TRADING SUL NASDAQ 100
Il Nasdaq è un mercato su cui tipicamente sono quotate le più grandi società tecnologiche al mondo; la maggior parte battono bandiera Nord americana ma, al suo interno, possiamo trovare anche colossi cinesi come Alibaba o Baidu; inoltre il “fattore tecnologico” non è una prerogativa infatti il Nasdaq comprende anche società come Pepsi o Starbucks che di tecnologico non hanno molto.
A differenza del Nasdaq Composite, il “100” comprende solo le prime 100 società quotate sul Nasdaq per capitalizzazione.
L’alta capitalizzazione delle società che lo compongono lo rendono estremamente liquido, prerogativa molto allettante per un trader che opera intraday, cioè con periodi d’investimento che possono essere anche di pochi minuti.
Queste operazioni di speculazione avvengono spesso attraverso la negoziazione di derivati che spaziano dai futures ai CFD (“Contract For Difference”), attraverso un gran numero di intermediari e piattaforme retail.
Qui di seguito riportiamo il risultato dell’indagine che mira a creare un set informativo statistico di base necessario per operare sul Nasdaq 100 in modo consapevole, in un’ottica di investimenti speculativi di brevissimo termine.
STATISTICHE DEL NADASQ 100
La prima cosa da sapere quando si fanno operazioni intraday è come si distribuiscono i rendimenti dello strumento considerato: il Grafico 01 ne illustra quella degli ultimi 30 anni.
Come si può notare nel grafico, il 99.52% dei rendimenti sono all’interno di un intervallo tra -7% e +7%; in termini frequentistici (cioè considerando la frequenza storica come probabilità di accadimento futura) questo significa che una chiusura fuori da quel range ha lo 0.48% di probabilità di accadere.
Infatti, negli ultimi 30 anni è successo solo 39 volte su 7558 osservazioni.
Ma la probabilità maggiore (circa 83%) è concentrata nell’intervallo tra -2% e +2%; questo significa che molto probabilmente il Nasdaq 100 chiuderà la giornata all’interno di questo range.
A questo punto possiamo imbastire un primo ragionamento: nel caso in cui vedessimo l’indice americano, a metà seduta, segnare (ad esempio) un -4% potremmo pensare di avere una probabilità a favore per una posizione “long” piuttosto che una posizione “sell”, da chiudere entro la fine della seduta.
Guardando la cumulata di probabilità, quella che viene chiamata “Funzione di Ripartizione” (“Cumulative distribution function”) riportata nel Grafico 02, sappiamo che un rendimento negativo è meno probabile di un rendimento positivo; inoltre, leggendola da sinistra verso destra, possiamo osservare che una chiusura daily sotto al -2% si è verificata l’8.72% delle volte, quindi è un valore di chiusura poco probabile.
Per vedere la probabilità da entrambi i punti di vista del mercato (“Bull” o “Bear”), possiamo disporre sullo stesso grafico le due distribuzioni di ripartizione (o “cumulative”) in modo da leggere le probabilità in entrambi i sensi (Grafico 03).
La linea rossa replica quanto appena visto nel Grafico 02 mentre la linea verde inverte il punto di vista: per fare un esempio, facendo riferimento alla scala di destra, possiamo leggere che una chiusura daily del Nasdaq 100 superiore al +2% si è verificata l’8.31% delle volte mentre nel 54.62% dei casi il Nasdaq ha visto chiusure positive.
SEQUENZE POSITIVE E NEGATIVE
Un altro dato interessante da tenere in considerazione potrebbe essere quello della sequenza di segno delle chiusura giornaliera, positiva o negativa.
Il Grafico 04 mostra la frequenza con cui si sono verificate sequenze di giorni positivi o negativi negli ultimi 30 anni.
In ascissa abbiamo i giorni consecutivi negativi (-1, -2, -3, ecc.) e i giorni consecutivi positivi (+1, +2, +3, ecc…). La sequenza negativa più lunga rilevata è stata di 10 giorni consecutivi di segno meno; per quelli positivi si è raggiunto i 14 giorni.
La probabilità che questo accada (sempre basandoci sui dati storici) è riportata in ordinata: la sequenza di 2 giorni positivi è quella più frequente e registra una probabilità del 12.59%.
Ad esempio, 4 giorni consecutivi negativi si sono verificati solo il 2.54% delle volte.
INTORNI DEI VALORI ANOMALI
Potrebbe essere interessante capire anche cosa è successo vicino alle chiusure “anomale” (“outlier”) cioè quei giorni in cui il Nasdaq 100 ha performato con rendimenti poco probabili.
Il Grafico 05 mostra la somma dei rendimenti negli intorni dei giorni con rendimenti superiori/inferiori a +/-2%, +/-3%, +/-7% fino ai precedenti e successivi 7 giorni.
Grafico 05: Somma dei rendimenti dei giorni precedenti e successivi agli eventi meno probabili (giorni con chiusure giornaliere superiori/inferiori a +/-2%, +/-3%, +/-7% ) giornaliera del Nasdaq 100 (1992-2022)
A sinistra abbiamo le chiusure con rendimenti maggiori di 2%, 3% e 7% mentre a destra abbiamo quelle con valori inferiori a -2%, -3% e -7%.
Possiamo notare come i giorni con rendimenti migliori (a sinistra) siano tendenzialmente correzioni dei trend discendenti e che producano un rallentamento piuttosto che una vera e propria inversione.
Al contrario, quelli peggiori fanno da spartiacque tra trend discendenti ed ascendenti, indicando un vero e proprio ribaltamento di direzione nel breve periodo.
Le caratteristiche sono riconfermate anche riducendo di 10 anni il periodo considerato (Grafico 06).
Per avere un’idea più chiara delle distribuzioni dei rendimenti intorno ai valori anomali (in questo caso abbiamo considerato i rendimenti giornalieri inferiori a -2%) abbiamo realizzato il Grafico 07.
Il pallino giallo indica la media della distribuzione, quello nero la mediana e le due linee i limiti (inferiore e superiore) di un intervallo di confidenza costruito intorno alla media con una livello di confidenza del 95% (secondo una t-Student).
Per avere una chiave di lettura, se l’intervallo ha entrambi gli estremi sotto allo zero (come nel caso del giorno -5 o -4) significa che in 95 casi su 100 il suo valore sarà negativo (nell’assunto che la t-Student sia una rappresentazione corretta dei rendimenti); si può fare lo stesso ragionamento per quei giorni con entrambi i livelli sopra allo zero, che quindi avranno una probabilità di almeno 95% di essere positivi.
Per avere un riferimento sulla credibilità dell’assunto di base (cioè che i rendimenti siano effettivamente distribuiti secondo una t-Student), possiamo verificare sul grafico la distanza che c’è tra i due pallini rappresentanti media e mediana: essendo che una distribuzione simmetrica deve avere questi due valori uguali, a livello grafico, più i pallini sono sovrapposti e più realistico sarà l’intervallo rappresentato dalla linea rossa e verde).
Il Grafico 08 mostra la stessa analisi per valori anomali superiori a +2% e +3% ed inferiori a -2% e -3%
Quello che si può notare è la riconferma delle precedenti osservazioni e quindi valori anomali di rendimenti giornalieri superiori a +2% che tendono a spezzare l’intensità dei trend discendenti e valori inferiori a -2% che invece tendono ad invertirne la direzione, fungendo da esaurimento del down-trend di breve periodo.
CONCLUSIONI
Abbiamo realizzato un’analisi che fornisce un’infarinatura generale del comportamento tendenziale dei rendimenti giornalieri del Nasdaq 100, mostrando quelle che potremmo chiamare “performance normali” (valori di chiusura entro +/-2%) e “performance anomale” (oltre a +/-2%) e cosa questi valori conseguono a livello statistico.
Abbiamo inoltre verificato le sequenze di chiusura positive e negative e la probabilità con cui esse si verificano, scoprendo che oltre i 4 giorni di segno uguale consecutivo la probabilità precipita.