Il 6 Aprile 2021 pubblicammo un articolo (“2021: una nuova bolla speculativa?”) che suscitò molto interesse; per dare seguito alle riflessioni ed agli spunti ricevuti dai nostri lettori, abbiamo deciso di miscelare tutte le idee al fine di realizzare un oscillatore che mira a rilevare eventuali bolle tecnologiche presenti sul mercato.
Lo presentiamo in questo nuovo articolo dove riportiamo anche il link gratuito per la sua visualizzazione.
TECH BUBBLE: IL PUNTO FINORA
Il 6 Aprile 2021, nell’articolo “2021: una nuova bolla speculativa?”, riportavamo i risultati di un’analisi che ci faceva intuire un “principio di bolla”.
In termini prettamente quantitativi, la nostra precedente analisi ha rilevato un’accelerazione dei rendimenti medi settimanali sul Nasdaq che potremmo definire “anomala” rispetto ai suoi valori storici; in quel momento, la crescita aveva valori ancora lontani da quelli della bolla Dot-Com, ma sembrava spingersi in quella direzione.
In questo nuovo articolo vedremo l’evoluzione arrivati ad oggi, analizzando il mercato con un nuovo indicatore, più soffisticato.
PER QUALE MOTIVO TUTTI INVESTONO PUR SAPENDO DELLA BOLLA
La consapevolezza di essere all’interno di una bolla speculativa non è ragione diretta di uscita dal mercato da parte degli operatori; questo succede a causa di diverse ragioni:
- Se fossimo all’inizio di una bolla, si potrebbe pensare che i rendimenti azionari sul breve periodo potrebbero tendere ad una accelerazione (un fattore di “momentum”); quindi, al fine di sfruttare questi rendimenti “fuori dal comune” ed evitare di perdere un rally che capita di rado, si potrebbe essere spinti a fare l’esatto opposto, cioè aumentare le posizioni invece che diminuirle;
- Inoltre c’è un problema che potremmo definire di “immagine”: una società finanziaria che gestisce fondi o patrimoni deve rispondere ai propri clienti riguardo ai risultati di performance; se una di queste decidesse di uscire dal mercato soggetto ad una bolla speculativa perchè ragionevolmente preoccupata, ma fosse l’unica tra i suoi competitor, finirebbe per essere anche la sola a non portare a segno rendimenti elevati; quindi la sua “ragionevole preoccupazione” si trasformerebbe in performance mancate, e rischierebbe di perdere i propri clienti che vedrebbero le società concorrenti come più performanti. In una situazione del genere avrebbe quindi più senso rimanere sul mercato come tutti gli altri e nel caso dovesse scoppiare la bolla, la performance negativa sarebbe subita da tutti; così facendo nessuno intaccherebbe la propria reputazione in termini relativi, proprio perché tutti segnerebbero perdite allo stesso modo.
A questo punto il problema non è più soltanto capire se siamo o meno all’interno di una bolla speculativa, ma anche se siamo o meno ad un livello critico.
TECH BUBBLE INDICATOR
Per riuscire ad individuare una bolla sul tecnologico è necessario rivolgere l’attenzione al Nasdaq Composite che è probabilmente la migliore rappresentazione di tale settore.
Il problema è che l’unica bolla tecnologica potenzialmente comparabile a quella che (si presume) essere in svolgimento è quella delle Dot-com del 2000.
Il Tech Bubble Indicator di nostra ideazione è un oscillatore calibrato sui parametri osservati in tale periodo storico.
Non c’è nessuna ragione di credere che una nuova bolla sul tecnologico si sviluppi esattamente come quella del 2000, anche perché parliamo di segmenti di mercato simili ma diversi, in un contesto macroeconomico molto differente.
Ci sono però delle “tendenze” storiche (argomentate nel precedente articolo “2021: una nuova bolla speculativa?”) che ci hanno portato a pensare ad un potenziale metodo per analizzare l’eventuale presenza di bolle speculative che si è tradotto in questo nuovo oscillatore.
Esso rivolge l’attenzione al differenziale tra crescita “normale” e crescita attuale, in termini di rendimenti medi settimanali.
Il Grafico 01 mette in relazione la distribuzione dei rendimenti settimanali del Nasdaq Composite in momenti di crescita normale e momenti di Bolla speculativa di tipo tecnologico.
Questo ci aiuta a capire come interpretare la posizione attuale di crescita rispetto alle due distribuzioni dei rendimenti.
Il problema è che, in momenti di bolla, ci troviamo molto spesso in un range stretto di valori (nella parte “più a destra” della distribuzione) e quindi un indicatore basato solo su questa variabile non sarebbe capace di identificare l’intensità del segnale in termini marginali, per non parlare di quello che potremmo definire “grado di accelerazione” di cui ne sarebbe privo.
Abbiamo quindi inserito altre 3 variabili che interagiscono con il segnale “core” al fine di evidenziare anche queste caratteristiche.
In breve, il Tech Bubble Indicator è composto da:
- 50% Score di rischiosità di crollo del livello di rendimento attuale in base al posizionamento all’interno delle distribuzioni dei rendimenti settimanali;
- 50% diviso in progressione per importanza da:
A) Probabilità di crescita;
B) Premio per costanza di crescita;
C) Premio di accelerazione (una sorta di “Momentum”);
Nel Grafico 02 viene mostrato il Tech Bubble Indicator nella sua interezza:
Il Tech Bubble Indicator esiste in un range di valori che va da 0% a 100% dove il valore massimo indica il più alto livello di criticità dettato dalla presenza di bolla speculativa, da cui ci si dovrebbe aspettare una probabilità di crash del mercato molto elevata.
Ma vediamo il suo comportamento in un momento chiave, durante la Bolla delle Dot-Com: il Grafico 03 ne propone uno zoom.
Avendo una sola bolla tecnologica storica da analizzare, è chiaro a tutti che risulta assolutamente infattibile determinare statistiche affidabili sul suo funzionamento; l’unica cosa che possiamo fare è quella di verificarne il comportamento per diversi livelli in modo da comprendere meglio il tipo di segnale che può restituirci.
Il Grafico 04 mette in evidenza i momenti in cui l’indicatore ha assunto livelli maggiori del 80% (6 osservazioni) e livelli maggiori del 90% (1 solo caso).
Non deve stupire il fatto che il livello >90% sia proprio sul picco massimo della bolla Dot-Com essendo appunto l’oscillatore tarato su una distribuzione di rendimenti medi settimanali che hanno raggiunto i massimi di crescita storica proprio in quel punto.
È interessante però notare che l’oscillatore ha raggiunto un valore maggiore del 80% proprio in questo periodo (il 14 Dicembre 2020), cosa che, storicamente, è stata registrata solo durante la bolla degli anni 2000.
CONCLUSIONI
Premettendo che è complicato se non impossibile predire il crash di una bolla speculativa, abbiamo realizzato un oscillatore che speriamo possa aiutarci a capire a che livello di criticità si trova un’eventuale bolla in atto.
Il The Sigma Squared Tech Bubble Indicator, specifico per le bolle technologiche identificate sul Nasdaq Composite, è aggiornato settimalmente e gratuitamente al seguente link:
The Sigma Squared Tech Bubble Indicator
Si precisa che lo scopo di questo indicatore è ad unico fine di ricerca. Si sconsiglia vivamente un qualsiasi uso diverso.